Il film: “L’aliante: record di 1300 km nelle Alpi.”
Il film nasce come produzione per la prima serie No Limits. Attilio Pronzati, purtroppo scomparso da poco, mi aveva raccontato del suo record di 1300 km nelle Alpi. Un triangolo con partenza e arrivo dallo stesso aeroporto e grandi problemi di navigazione.
Da appassionato pilota, avevo deciso che i mezzi che ci dava la Sector sarebbero stati sufficienti per fare finalmente un bel film sul volo a vela.
Mi resi conto quasi immediatamente che, in effetti, filmare un aliante o dall’aliante era difficile. ( uso il verbo all’imperfetto perché stiamo parlando di filmare in 16mm, cioè in pellicola, con caricatori che duravano 3 minuti al massimo! Oggi con il video e le telecamere mini che si possono piazzare ovunque, il problema è praticamente scomparso. E forse, anche la qualità)
I motivi sono vari: lo spazio all’interno del cockpit è quasi inesistente, impossibile portare una Arriflex SRII : troppo grande. La superficie esterna del velivolo è delicatissima e non si presta al posizionamento di MdP in caccia o sull’ala, l’aliante vola “piano” e con traiettorie difficili da seguire da un aereo. Insomma i problemi, allora, erano tanti. Abbiamo cominciato con il costruire un aggeggio metallico che era stato disegnato per sposare perfettamente la forma dell’ala e della coda (quindi più aggeggi!), imbottito con un sottile strato di polistirene e incollato all’ala (e al piano orizzontale della coda) con del nastro a doppio strato incollante da tappezziere.
Sembra una follia affidare una cinepresa di vari chili alla tenuta di un nastro adesivo, ma avevo già sperimentato la formula per applicare la stessa MdP al cofano della mia auto per fare riprese in caccia. (le soggettive dell’atterraggio nell’erba. Vedi qui il video )
Dunque abbiamo costruito due dime e ci siamo fatti fare una banda metallica larga circa 7 cm e lunga 70 che abbiamo curvato in modo da coprire gran parte dell’intradosso e dell’estradosso dell’ala per ottenere la maggior superficie possibile da “incollare” con il tape. Il profilo aveva un leggero rialzo per poter fissare, tramite un buco filettato, la MdP al profilo metallico sull’estradosso. In questo modo avrei potuto ruotare la MdP nelle direzioni che volevo (prima del volo ovviamente). Per esempio dall’ala potevo inquadrare tutto il velivolo e il pilota (attenzione che le ali si curvano enormemente quando l’aliante è in volo e bisogna alzare un poco la mira) oppure ruotarla un poco verso l’avanti per avere l’ala e parte della soggettiva. O ancora, spostarla verso il cockpit per avere una visione di gran parte del muso di scorcio. o banalmente puntarla verso l’avanti per avere una soggettiva. Dalla MdP di coda l’aliante appare molto deformato ma è l’unico modo per godere del velivolo mentre fa acrobazia o comunque lo si “vive” immerso nell’ambiente.Per comandare la MdP un leggero filo elettrico ricoperto di tape bianco ( per non vederlo nelle riprese esterne) arrivava fino in cabina a un telecomando che mi permetteva di attivarla quando lo volevo io.
Le riprese esterne
Per filmare dall’esterno il problema era decisamente più serio. Dopo qualche riunione, durante le quali confrontammo le velocità di vari aerei presenti nell’aeroclub e le difficoltà per poter togliere le varie portiere in modo da poter riprendere senza ostacoli, (normalmente la cosa è proibita se l’aereo non ha porte scorrevoli…) decidemmo che dovevamo usare quattro aerei diversi!
Il Pilatus Porter era indispensabile per le sue capacità di traino in quota e per la possibilità di aprire interamente la porta scorrevole (quella dei paracadutisti) per le riprese laterali e in basso.
Il Morane Saulnier aveva la capote scorrevole indietro e mi avrebbe permesso di filmare l’aliante dal basso verso l’alto (stando sotto di lui)
Tutti e due avevano il difetto di volare più velocemente della velocità media dell’aliante e quindi optai anche per un Piper Cub che mi avrebbe permesso di virare all’esterno (del raggio di virata dell’aliante) stando vicino all’aliante senza fare numeri e togliendo la portiera durante il volo.
Un Cessna ci permise di fissare la MdP per le riprese in caccia ( in soggettiva, vedi foto) e per alcune soggettive del volo rasente le pareti che con l’aliante sarebbero state pericolose per gli eventuali atterraggi fuoricampo.
Ovviamente ogni tipo di ripresa richiedeva un volo diverso per cui passai 15 giorni in volo tra Gap (dove stazionava l’aliante), Sallanche (da dove decollavamo con il Pilatus e il Morane e Aosta da dove decollai per i voli con il Piper Cub intorno al Cervino. Il film era naturalmente una ricostruzione e quindi ci concedemmo alcune libertà che forse non sarebbero piaciute a Pronzati ma che resero il film molto spettacolare.
Nel reparto film Aliante potete vederlo. Per una volta è il documentario intero in quanto la prima serie No Limits era composta di tanti brevi film.