Anno 1993. La Garage Cinematografica, casa di produzione in cui sono responsabile del settore Adventure, ottiene un budget cospicuo (erano altri tempi) per un doc. di dieci minuti sulla Valtellina.
Durante sei mesi con una piccola troupe ci alziamo in piena notte a seguito di telefonate che ci avvisano di condizioni meteo perfette nei vari luoghi scelti per le riprese, e ci fiondiamo in Valtellina per filmare i cinquantuno soggetti che la camera di Commercio di Sondrio ha identificato per noi.
Fu un periodo in cui percoremmo 26.000 km seguendo più volte ogni più piccolo percorso viario e pedonale per cercare le immagini più belle. Non sempre infatti, le telefonate furono veritiere: mi ricordo che andammo almeno quattro volte a Livigno per filmare lo sci fuori pista. Ogni volta l’azienda di soggiorno giurava che aveva nevicato e che il tempo era bello e facevamo 450 km per nulla … fino a quando spiegai alla Camera di Commercio che, dalla prossima telefonata falsa avrei chiesto il pagamento delle spese per tutta la troupe. Di colpo si seppe che non aveva nevicato per nulla e alla fine di un inverno secco fui obbligato a chiedere a mio amico Giorgio Passino di fare due o tre curve giù dall’Arp, a Courmayeur, in un angolino all’ombra con ancora un poco di polvere…
Lo sforzo di una produzione difficile e faticosissima fu però largamente ripagato da una serie di premi internazionali che segnalarono il documentario come il migliore dell’anno in tutto il mondo! Vincemmo addirittura il Festival der Festivals di Vienna dove partecipano solo i vincitori degli altri festival internazionali!
Qui di seguito potete vedere il video. Ovviamente le location erano già conosciute ma per tutt’altre attività, al punto che mi fu richiesto per mesi e mesi dove diavolo avevo girato queste scene. Oggi è una domanda banale perché questi luoghi sono stati sfruttati fino all’inverosimile, ma trent’anni fa non era così