Durante le riprese del documentario Istituzionale del C.A.I. avevo sempre con me una lista delle voci da sviluppare. Poteva capitare di essere in un luogo intento a riprendere qualcosa e scoprire che c’era qualcosa che sarebbe andato bene per una voce diversa della lista. La voce arrampicata andava, secondo me, sviluppata sia su immagini girate sul granito sia sul calcare. Per questo ero andato a Finale e, mentro ero lì feci un salto a Borgio Verezzi, che dista pochi chilometri, per fare delle riprese nelle grotte di Borgio.
Ecco qui alcune immagini che raccontano l’ambiente di queste splendide grotte dove, per il documentario, girammo molte immagini subacquee.
Una parte delle riprese furono anche girate fuori dall’acqua dato che si voleva far vedere una “mamma” che portava in grotta un bambino piccolo. Ovvero lo port per i giovani che il CAI avrebbe dovuto appoggiare per rimpolpare il numero degli iscritti che scemava rapidamente. Il film doveva essere pensato per un pubblico di giovani ma dopo un anno e mezzo di riprese venni a sapere che il cai aveva cambiato idea e mi consegnò un testo “ottocentesco” dove di giovani non c’era alcuna traccia…
La parte asciutta delle grotte è splendida e normalmente non si può uscire dal tracciato aperto al pubblico. La presenza di un esperto della zona e il permesso della direttrice delle grotte ci permise di girare scene molto belle