Eravamo alle solite: l’agenzia voleva uno spot sul nuovo assorbente per donna: Nuvenia, ma ovviamente per…. ieri. Peccato che fossimo in inverno e nessuna paracadutista che conoscevo si sognava di lanciarsi da 4000 metri e atterrare con precisione sul nome del prodotto come prevedeva lo Storyboard. I prati erano duri come sassi e non verdi… Erano gli anni 90 e non esisteva la computer grafica a livello a cui è adesso, inoltre il budget, come al solito, non prevedeva una simile spesa. Il vecchio spot era basato su una paracadutista e quindi volevano la stessa storia ma con la campionessa del mondo che quell’anno era italiana. Telefonate per tutta Italia non avevano dato alcun effetto: anche in Sicilia faceva freddo… fino a quando mi è venuto in mente che avevo conosciuto a Chicago un fantastico operatore paracadutista che negli USA era famoso per avere girato tutte le scene in caduta libera dei film di James Bond, Point Break con Patrick Swayze (grande paracadutista) e Keanu Reeves, Fandango con Kevin Costner, Terminal Velocity con Charlie Sheen ecc. Insomma l’uomo di Hollywood per il paracadutismo, pieno di milioni di dollari come accade a Hollywood…
Una serie di telefonate oltreoceano mi permise di capire che avrei potuto girare lo spot all’aeroporto di Santa Cruz e di far volare la mia paracadutista italiana insieme alla ex campionessa del mondo (italiana anch’essa) che lavorava ormai fissa negli USA e a una splendida californiana sua amica. Bingo!
Niente CGI quindi la ragazza italiana doveva atterrare veramente sull’enorme scritta che avevo fatto costruire e appoggiare sul prato e doveva arrivarci da una direzione precisa perché io stavo su una torre di tubi metallici posizionata in favore di luce e di venti costantemente da una certa direzione… Non esistevano i droni che mi avrebbero permesso di avere le riprese di atterraggio perfette al momento e nella direzione ricercata senza dover ripetere l’atterraggio. Inoltre oggi si sarebbe potuto porre una scritta sotto ai suoi piedi ovunque fosse atterrata con la prospettiva e la dimensione corretta a un decimo del costo dei vari voli e delle ore pagate al paracadutista…. Al quinto lancio del secondo giorno lei atterrò sulla scritta, mentre a ogni lancio il mio amico paracadutista riprendeva le tre ragazze che facevano acrobazie in cielo. Il tutto girato in pellicola con una enorme 16mm ad alta velocità montata sul casco (oggi avrebbe avuto una Go Pro …)
Insomma un lavoro fatto al triplo della fatica prevista per essere sicuri che al momento dello sviluppo ci fosse nella pizza il numero di scene previste. Qui sotto potete vedere il risultato